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La storia

Da una storia familiare lunga quasi cento anni, una pasta che esprime artigianalità, tradizione e orgogliosa identità appulo lucana. Un prodotto unico. Italiano, fin dall’origine. A partire dal 1924, quando Eustachio Porreca, amministratore delle proprietà terriere di una delle più importanti famiglie nobiliari del Sud Italia, gestisce ampie distese di campi coltivati a seminativo, prima a San Ferdinando di Puglia e poi a Genzano di Lucania, a pochi chilometri dal castello di Monteserico. Da quella stessa dedizione al lavoro, nasce una pasta prodotta con semi di grano duro antico, estrusa attraverso matrici di bronzo e rispettosa della natura, con competenze e materie prime a km zero.

Il territorio

Figlia di una terra millenaria, un tempo unita sotto l’egida dell’Imperatore Federico II di Svevia, conosciuto ovunque come lo Stupor Mundi e il Puer Apuliae, adesso di confine tra la tradizione della Lucania (internazionalmente riconosciuta anche per Matera, Capitale Europea 2019 della Cultura) e la vocazione al nuovo della Puglia, tra le regioni italiane più apprezzate negli ultimi anni, dai turisti di tutto il mondo. Il suo grano arriva dalle valli bradaniche lucane e dalle dolci colline della murgia pugliese. Un luogo incantato, sorvolato da falchi grillai, da cui si può spingere lo sguardo in un paesaggio incontaminato e ricco di storia e tradizioni.

Monteserico

Pasta Porreca fa parte del gruppo imprenditoriale “Monteserico”, chiamato così in onore dell’omonimo castello, avamposto di questa terra di frontiera. Sentinella di pietra imponente, solida e solitaria, che si staglia fin dal Medioevo su un rilievo di quindici chilometri, a est di Genzano di Lucania. Un tempo fortezza del borgo di Monteserico, scomparso nel secolo XV. Intorno, i fitti boschi attraversati dai longobardi prima e dai normanni poi, sono diventati campi di grano e prati verdi. Un luogo solitario, ma perfettamente integrato e funzionale ai territori di Puglia e Lucania, collegato alla vicina rocca del Gargagnone, grazie all’accensione di torce per segnalare l’avvicinarsi del nemico. Da queste profonde radici è nata l’idea progettuale dei soci, uniti dalla volontà di salvaguardare, valorizzare e promuovere le antiche colture italiane.

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